Finte vaccinazioni
Parte la class action
L’avvocato Calvetti patrocina mamme friulane e trevigiane: «Un microbiologo ora valuterà tutti i rischi e i danni»
TREVISO. Parte la class action sui vaccini. O, meglio, sui mancati vaccini, quelli che – secondo le ipotesi d’accusa di due Procure, Treviso e Udine – l’infermiera trentunenne Emanuela Petrillo non avrebbe mai eseguito.
«Il Movimento Difesa Cittadino del Friuli ci ha dato l’incarico per l’azione legale», spiega l’avvocato Sergio Calvetti di Treviso (il suo studio ha portato avanti le cause collettive per Parmalat, Banche Popolari, Bayer) che ieri ha incontrato anche un gruppo di dieci mamme trevigiane intenzionate ad agire sul piano giudiziario, «Avvieremo una class action che in Friuli, potenzialmente, potrebbe coinvolgere le famiglie di 7 mila bambini».
Tanti, infatti, i piccoli che sono passati attraverso l’assistente Petrillo, in servizio all’Azienda sanitaria di Codroipo tra il 16 novembre 2009 e il 18 dicembre 2015, prima di approdare a Treviso dove ha operato tra gennaio e giugno del 2016 (500 i minori attenzionati dall’Usl 2 della Marca).
I 7 mila bimbi friulani verranno ora nuovamente vaccinati, secondo un piano straordinario varato dall’Aas 3 di Codroipo; i primi richiami sono previsti in queste ore.
La class action si articolerà in diverse tappe. «Innanzittutto procediamo alla nomina di un esperto microbiologo di fama nazionale: l’abbiamo già contattato e siamo in attesa di una risposta», spiega l’avvocato Calvetti.
L’attività del consulente sarà decisiva per definire i passi successivi dell’azione legale in quanto dovrà stabilire rischi e danni del periodo di scopertura vaccinale.
«Si tratterà di esaminare i rischi corsi nel periodo di assenza del vaccino, ma non solo», precisa il legale, «Il consulente dovrà altresì stabilire eventuali problemi legati a una rivaccinazione».
I rischi che verranno presi in considerazione sono ad ampio raggio: non solo quelli per i bambini, ma anche per le donne in gravidanza venute in contatto con piccoli che si sono ammalati di rosolia e morbillo.
L’esperto, insomma, prenderà in considerazione tutte le possibili conseguenze fisiche della mancata vaccinazione. Ma i legali della class action intendono anche collaborare con le Procure sul piano investigativo, raccogliendo e fornendo agli inquirenti le testimonianze dei genitori coinvolti nella vicenda.
Una volta che il quadro su rischi e danni effettivi sarà definito, allora, sarà possibile procedere con l’azione risarcitoria. Contro Emanuela Petrillo, naturalmente, ma eventualmente anche contro le aziende sanitarie per le quali ha lavorato, in considerazione della responsabilità extracontrattuale da dipendente.
Certo è che sotto il profilo penale le Aziende sanitarie e le Regioni sono parte lesa, sia per il danno economico, sia per il danno all’immagine che hanno subìto a causa del presunto comportamento omissivo dell’infermiera. E infatti il governatore del Veneto Luca Zaia ha già annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile qualora si arrivasse a un processo.
Intanto le mamme scendono in campo, decise a collaborare direttamente con la magistratura. Magistratura che a Treviso ha riaperto l’inchiesta dopo l’archiviazione di alcuni mesi fa.
E ora indaga anche Udine: il procuratore Antonio De Nicolo ha infatti avviato un fascicolo a carico di ignoti ipotizzando i reati di omissione d’atti d’ufficio e di falsità nelle certificazioni. Inquirenti trevigiani e friulani si sono sentiti nelle scorse ore per valutare insieme le attività investigative da svolgere.
Il tutto in collaborazione con le Aziende sanitarie che si sono mosse a loro volta: a Treviso (l’Usl 2 è rappresentata dall’avvocato Fabio Crea) è stato esaminato un campione di 25 bambini seguiti dalla Petrillo; 21 di essi risultano non aver sviluppato gli anticorpi. I campioni così prelevati sono stati divisi in tre aliquote: una è stata inoltrata all’Istituto Superiore di Sanità, le altre sono state sequestrate dai Nas per gli accertamenti tecnici irripetibili.
Sabrina Tomè