Rassegna Stampa

Bio-On fallita, anche Roberta Capua tra gli azionisti traditi

17.07.2021
BIO ON class action studio legale Calvetti

FONTE : Corriere di Bologna

https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/cronaca/21_luglio_14/bio-on-fallita-anche-roberta-capua-gli-azionisti-traditi-bf559ada-e4df-11eb-a644-3e3c6766637c.shtml

La presentatrice televisiva tra le oltre 800 parti civili che avevano creduto al «sogno» dell’azienda bolognese che produceva bioplastiche: tra gli altri anche l’Ima dei Vacchi

di Andreina Baccaro

Sono oltre 800 le parti civili che hanno chiesto di essere ammesse nell’udienza preliminare del processo per il crac di Bio-On. Quasi novecento piccoli e grandi azionisti, risparmiatori, imprenditori facoltosi, professionisti, qualche vip, tutti accomunati dall’aver creduto al sogno delle bioplastiche e ai bilanci mirabolanti dell’azienda di Castel San Pietro fondata da Marco Astorri. L’ex presidente del Cda che ora rischia il processo insieme ad altre nove persone tra vertici aziendali e revisori dei conti, con le accuse di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato.

Anche Roberta Capua tra gli investitori truffati

Tra chi aveva investito i suoi soldi in Bio-On c’è anche la presentatrice Roberta Capua, bolognese d’adozione da quando ha sposato l’imprenditore Stefano Cassoli: insieme si sono costituiti in udienza tramite l’avvocato Bruno Barbieri del Codacons. A causa dell’elevato numero di parti, l’udienza preliminare si è tenuta, e proseguirà, nell’aula bunker del carcere della Dozza, davanti al gup Domenico Panza.

Chi chiede il risarcimento

Tra gli azionisti traditi ci sino poi l’ex rettore e presidente di Genus Bononiae Fabio Roversi Monaco, la Ima di Alberto Vacchi, l’ex presidente de La Perla Alberto Masotti. Hanno chiesto di essere ammesse anche le associazioni Adusbef e Codacons. Ci sono poi le richieste di costituzione di Zeropack, società nata da una joint venture tra Bio-on e Rivoira, Banca Finnat, l’istituto di credito che aveva svolto il ruolo di specialist per la quotazione sul mercato Aim e poi ha investito in due joint venture, nonché la londinese EnVent Capital Markets, società di consulenza che era stata la Nominated Advisor (Nomad) per Bio-on in fase di ammissione al mercato Aim e di post listing. Su queste posizioni ci si può aspettare che alla prossima udienza, il 14 ottobre, i difensori degli indagati solleveranno delle eccezioni.

Gli indagati

Insieme ad Astorri, difeso dall’avvocato Tommaso Guerini, sono imputati anche l’ex socio e vicepresidente Guido Cicognani, Gianfranco Capodaglio, ex presidente del collegio sindacale, i consiglieri d’amministrazione, il direttore finanziario, i membri del collegio sindacale, nonché i due revisori dei conti di Pricewaterhouse e Ernst & Young. Per responsabilità amministrativa, naturalmente, è imputata anche la stessa Bio-on.

La vicenda

La maggior parte degli azionisti sono assistiti dagli avvocati Salvatore Tesoriero, Pierfilippo Centonze, Bruno Barbieri del Codacons, Sergio Calvetti. Quasi tutti hanno aderito anche al sindacato italiano per la Tutela dell’Investimento e del Risparmio (Siti), che ha annunciato di voler lanciare un progetto per l’acquisizione all’asta del compendio aziendale di Bio-on. La bolla era scoppiata nell’estate 2019, quando il fondo speculativo Quintessential pubblicò un dossier in cui accusava l’azienda di Astorri di essere un castello di carte, fondata su bilanci gonfiati e una tecnologia inapplicabile, la «Parmalat bolognese» la chiamarono. La società di Castel San Pietro rispose con una querela per diffamazione, ma le indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna, coordinate dal pm Michele Martorelli e dal procuratore aggiunto Francesco Caleca, alla fine diedero ragione a Quintessential. A ottobre 2019 scattarono sequestri e misure cautelari personali, due mesi dopo Bio-on è stata dichiarata fallita.

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