Volksbank

La Banca Popolare dell’Alto Adige S.p.A., oggi Volksbank, ha sede a Bolzano ed è presente nelle province di Trento, Belluno, Treviso, Vicenza, Padova, Venezia, Udine e Pordenone, con una rete di 180 filiali, oltre 1.300 dipendenti e circa 280.000 clienti. A seguito del superamento della soglia degli otto miliardi di euro di attivi nel 2016, la banca è stata trasformata da società cooperativa a società per azioni.
A partire dal 25 settembre 2017, le azioni Volksbank sono state ammesse alla negoziazione sul mercato Hi-MTF, caratterizzato da limitata liquidità e da rischi tipici degli strumenti finanziari non quotati su mercati regolamentati. Il valore iniziale di negoziazione era pari a 15,30 euro per azione. Attualmente, tali azioni vengono scambiate a meno di 9,00 euro, con volumi di negoziazione estremamente ridotti che rendono difficoltosa la loro vendita, determinando una sostanziale illiquidità del titolo.
L’andamento del titolo ha comportato una perdita significativa per i risparmiatori: ad esempio, chi avesse investito 10.000 euro nel 2016, acquistando 520 azioni al prezzo di 19,20 euro ciascuna, avrebbe oggi un valore residuo di circa 3.800 euro, subendo una perdita superiore al 60% del capitale investito. In sede di collocamento, gli investitori erano stati rassicurati sulla solidità dell’azione e sulla stabilità del suo valore, affermazioni che si sono rivelate ingannevoli alla luce dell’andamento del titolo.
L’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) della Consob, in numerose decisioni, ha accertato che Volksbank non ha rispettato le norme di condotta previste dal Testo Unico della Finanza e dai Regolamenti Consob di attuazione delle Direttive MiFID (2004 e 2006), mancando di fornire adeguate informazioni sui rischi connessi all’investimento.
Lo Studio ha intrapreso un’azione collettiva finalizzata alla richiesta di risarcimento. Le valutazioni indipendenti condotte nel corso di procedimenti giudiziari hanno evidenziato che il valore reale delle azioni era significativamente inferiore rispetto al prezzo di collocamento: ad esempio, nel 2015, il valore stabilito dalla banca per l’aumento di capitale era di 19,20 euro per azione, mentre una perizia del Tribunale di Bolzano ha successivamente stimato il valore effettivo a soli 11,04 euro per azione, dimostrando un’eccessiva sopravvalutazione del titolo.