Causa alle banche,
azionisti divisi
Silenzi e contrarietà da Montebelluna e Vicenza dopo l’annuncio del contributo della Regione
VENEZIA Il fondo di 300.000 euro per le spese legali dei piccoli risparmiatori sarà destinato a «soggetti deboli», caratterizzati da «profili di rischio soggettivo non congruenti all’effettiva conoscenza delle condizioni del mercato dei prodotti finanziari», ma che nonostante ciò «hanno svolto investimenti ad alto rischio». All’indomani dell’annuncio in consiglio regionale, emergono nuovi dettagli sulla misura che il governatore Luca Zaia inserirà come emendamento alla manovra di bilancio, che dovrebbe essere discussa il 10, l’11 e il 12 febbraio. Tuttavia il disegno di legge voluto dalla giunta divide gli azionisti di Veneto Banca e Popolare di Vicenza sull’opportunità di fare causa agli istituti, peraltro irritati dall’idea che la guerra giudiziaria venga sovvenzionata dall’ente pubblico.
Su un punto sono tutti d’accordo: la cifra che sarà ricavata dal capitolo «Servizi ed interventi per lo sviluppo sociale della famiglia» è poco più che simbolica. Ma se per alcuni «è sempre meglio di niente», per altri «non è certo il momento di aggredire le banche». Rimarcano da Venezia che il contributo, erogato sulla base del reddito Isee, dovrà essere inteso come sostegno ad una consulenza iniziale, finalizzata a far capire al risparmiatore se valga o meno la pena di arrivare al tribunale. «Per questo la reputiamo un’ottima iniziativa, perché noi siamo i primi a non voler illudere le persone se non c’è speranza di riavere indietro i propri soldi, ma c’era bisogno che le istituzioni dessero un segnale di vicinanza alle persone che hanno perso tutto», dice Patrizio Miatello, referente del Coordinamento associazioni soci banche popolari venete guidato da don Enrico Torta, il parroco di Dese che il 4 febbraio sarà ricevuto da Cristiano Carrus, amministratore delegato di Veneto Banca. «Quello della Regione è un gesto di incoraggiamento nei conf ront i dei risparmiatori – riconosce Giovanni Schiavon, ex magistrato e presidente dell’Associazione azionisti Veneto Banca – ma in questo momento l’istituto ha la necessità di avere intorno a sè un clima di fiducia, non certo di ostilità. Ciò non significa che chi ha sbagliato non debba pagare, ma le aggressioni ai vecchi vertici o alla banca stessa rischiano di distogliere l’attenzione dai veri responsabili dei mancati controlli, vale a dire Bankitalia e revisori».
Anche i grandi azionisti, raggruppati nel sodalizio Per Veneto Banca, nutrono forti perplessità sul l’utilità de l provvedimento. «La scelta di intraprendere un’azione legale spetta al singolo – sottolinea il segretario Matteo Cavalcante – ed è giusto che, se sono accertate, le colpe vengano sanzionate. Ma viste anche le attuali turbolenze dei mercati borsistici, crediamo che sarebbe meglio evitare di aumentare il carico di criticità che grava sull’istituto, che in questo momento avrebbe più bisogno di essere aiutato». Contro questa linea, ma anche contro il fondo promosso dalla Regione, si schiera invece l’avvocato Sergio Calvetti, ora posizionato a fianco del Movimento difesa del cittadino. «Il mio studio sta seguendo circa mille casi, incardinati singolarmente sia nel penale che nel civile – premette – fra cui quello di un azionista di Bpvi che ha perso 10 milioni di euro. Noi lavoriamo in base al risultato: se recuperiamo i soldi riceviamo una percentuale, altrimenti niente. Questo è un modo serio di agire, non quello di Zaia, che senza neanche avere in mano la delibera consiliare fa speculazione politica offendendo l’avvocatura, trattata come una categoria di spazzacamini che meritano pochi euro a pratica. Per questo chiedo all’Ordine di intervenire».
E le Popolari? Vicenza e Montebelluna devono trovare sul mercato entro aprile 2,5 miliardi di capitali freschi passando per la Borsa. Un’operazione già tutta in salita che rischia di esserlo ancor di più se non gira il ciclone che si è abbattuto in Borsa in questi giorni sulle banche italiane, con la combinazione velenosa della recessione cinese e dei timori del bail-in su banche ritenute deboli. E di certo il fatto che il consiglio regionale possa approvare su proposta del governatore Luca Zaia la costituzione di un fondo per la tutela legale ai soci che faranno causa, pur se legittimo, non aiuta le due banche, a cui il provvedimento tanto piacere non deve aver fatto. Si trincera dietro il «no comment» Veneto Banca. E ancor più gelido è quello di Popolare di Vicenza, dove il clima ieri mattina era di contrariata sorpresa. Anche di fronte all’atteggiamento diverso rispetto a quello tenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dove in un clima anche lì tutt’altro favorevole, la governatrice Debora Serracchiani sarà parte in causa anche nella serie di incontri con soci e categorie economiche che partono oggi, dopo quella tra le banche e le categorie di novembre. Un tavolo economico, tra Regione, categorie e banche, non a caso viene chiesto anche dalla capogruppo veneta del Pd Alessandra Moretti, che già frena sul fondo di sostegno legale ai risparmiatori, dopo il sostegno del giorno precedente: «Vogliamo ben vedere i criteri in commissione. La questione è molto delicata. L’atteggiamento non può essere contro le banche che invece vanno sostenute».